Pianoro è un comune di 16.141 abitanti della provincia di Bologna ed
è uno degli otto comuni membri della Comunità Montana Cinque Valli
Bolognesi. Secondo notizie leggendarie, visse in questa zona un re etrusco di nome
Ocno (detto anche Bianore, lo stesso leggendario fondatore di Felsina, Parma e
Mantova, di cui parla anche Virgilio). Il sito archeologico di Monte Bibele
mostra le tracce del passaggio di Etruschi e Celti in questo territorio.
Bonifacio di Canossa, proprietario di gran parte del territorio nell'XI
secolo, risiedeva nel castello di Pianoro, distrutto poi dai bolognesi
nel 1377 che accusavano i pianoresi di cospirare contro Bologna. Dal XII
secolo la storia di Pianoro avrebbe seguito semprequella di Bologna.
Alla fine della >seconda guerra mondiale, nell'ottobre del 1944, dopo lo
sfondamento della linea gotica oro fu il teatro dinumerosi bombardamenti e
cannoneggiamenti.
Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa
Lungo lo Zena si trova il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi
dell'Abbadessa, mentre sul punto più alto a 638 m. di altezza
svetta il Monte delle Formiche con il caratteristico santuario di
Santa Maria di Zena, che si trova su uno sperone roccioso tra le valli
dell'Idice e dello Zena. Il santuario è noto anche come Santuario del
Monte delle Formiche, ed è di origine medioevale: venne ricostruito
nel 1297 dopo i danni subiti nella guerra fra Bologna e Ferrara, ma è
stato oggetto di diversi rimaneggiamenti anche nel Settecento, nell'Ottocento,
e poi nel 1955 per le deturpazioni subite durante la seconda guerra mondiale.
Il Monte delle Formiche, da cui si gode una
bellissima vista, deve il suo nome a un curioso fenomeno: intorno all'8
settembre, giorno della festa della Madonna, sciami di formiche alate
(Myrmica Scabrinodis) raggiungono la vetta e qui muoiono.
Questo è un fenomeno naturale (anche se qui è particolarmente
intenso e plateale) comune a molti tipi di imenotteri: le formiche maschio,
dopo l'accoppiamento, sono attratte dai luoghi che si stagliano all'orizzone
e lì si recano per morire. Le femmine andranno a cercare altri posti
per dar vita a nuove colonie.
Il fenomeno è antichissimo dato che nel 1400 la
chiesa era denominata Santa Maria Formicarum. La tradizione popolare
ha attribuito all'evento una valenza quasi miracolosa, una sorta di omaggio
della natura alla Madonna: sotto l'immagine della Vergine è riprodotto
un distico latino che recita "centatim volitant formicae ad Virginis
aram quo que illam voliant vistmae tatque cadunt" (ansiose volano le
formiche all'altare della Vergine, pur sapendo che ai suoi piedi moriranno).
È tradizione che gli insetti vengano benedetti e donati ai fedeli
(la credenza popolare vuole che curino alcuni malanni).
Nelle vicinanze è ancora visibile la grotta dove visse un eremita di nome
Barberius nel XVI secolo (anche se recentemente compromessa da una frana).
Alla base del Monte delle Formiche, nei pressi del torrente omonimo, si
trova il Castello di Zena. L'edificio è di origini medioevali, ma
la sua architettura ha elementi compositi del XIV e XVII secolo.
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